E’ vero sostegno psicologico?

Stai veramente ricevendo sostegno psicologico?

Sembra scontato, ma non lo è. Prima che tra terapeuta e paziente, la relazione che si instaura è tra due persone, con i loro backround, le loro emozioni, e tutto ciò che le rende due persone diverse, le quali trovano la giusta connessione e comincia quindi una relazione terapeutica funzionale. Può succedere però di non riuscire a trovare connessione e la conseguenza è non ricevere il sostegno psicologico che si cerca. Ci sono alcuni segnali, veri campanelli d’allarme, a cui prestare attenzione:

  • non sentirsi ascoltati;
  • non riuscire a dire la verità;
  • sentirsi giudicati;
  • vergognarsi;
  • annoiarsi;
  • continuare a mettere in atto schemi disfunzionali.

A questo punto, cosa sarebbe opportuno fare?

Questi sono solo alcuni degli indici di un mal funzionamento della relazione terapeutica, davanti ai quali la reazione è soggettiva: si può decidere di abbandonare la terapia e rivolgersi a un altro professionista; oppure discuterne, facendo diventare questi aspetti materiale terapeutico. Questa soluzione in particolare è molto utile (benché impegnativa emotivamente da mettere in atto) per entrambi i soggetti della relazione, perché permette al paziente di vocalizzare un sentimento di disagio e di percepirlo concreto, tangibile e utile a ridimensionare il carico emotivo che si porta dietro.

Il sostegno psicologico è una missione.